Sei in: Home > Le risposte del SSN > 3. Le reti distrettuali territoriali > 3.2. L’assistenza agli anziani e alle persone non autosufficienti
L’evoluzione demografica, caratterizzata da una progressiva riduzione dei tassi di natalità e da una maggiore sopravvivenza, sarà associata in un prossimo futuro a un aumento dei bisogni sanitari e sociosanitari legati all’invecchiamento e a un incremento della spesa in questo settore.
Di fronte a tali evidenze è prioritario il consolidamento dei servizi territoriali coordinati dal distretto, che sappiano garantire:
L’assistenza al paziente non autosufficiente può essere offerta in diversi setting assistenziali, tra i quali quello domiciliare (ADI) è notoriamente il più indicato, poiché permette l’erogazione di prestazioni sanitarie e sociosanitarie integrate, anche di elevata complessità e intensità assistenziale, nel contesto abitativo e familiare del paziente, riducendo il rischio di ricoveri inappropriati. Tuttavia, se le specifiche problematiche cliniche del paziente, unitamente alla mancanza di un’adeguata rete socio-familiare, rendono non appropriate le cure domiciliari, il SSN garantisce l’assistenza residenziale e semiresidenziale, di intensità assistenziale diversificata, volta al recupero e/o al mantenimento delle condizioni cliniche.
La necessità di avviare processi di monitoraggio dell’assistenza territoriale, domiciliare e residenziale, per la valutazione dell’assistenza erogata e della sua appropriatezza, si è concretizzata con l’entrata a regime nel 2012 dei due flussi informativi nazionali, rispettivamente incentrati sulle cure domiciliari (SIAD) e sulle cure residenziali e semiresidenziali (FAR) alle persone non autosufficienti, che consentono di fotografare l’assistenza sociosanitaria, con riferimento alle varie fasi del percorso di cura e alla complessità e intensità assistenziale dei trattamenti erogati.
I primi dati ricavati dai due flussi evidenziano alcune criticità rispetto alle quali è necessario intervenire sia attraverso il potenziamento dei servizi, sia mediante azioni di riorganizzazione dei percorsi di cura, di integrazione delle professionalità sanitarie e di maggiore raccordo dei servizi territoriali con gli altri nodi della rete sanitaria (assistenza primaria, assistenza ospedaliera, prevenzione).
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